Mokele Mbembe  

Da un punto di vista scientifico, l'Africa � il paradiso della criptologia in quanto, oltre ad essere ancora in buona parte inesplorata, � anche uno dei pochissimi posti del nostro pianeta a non aver subito le glaciazioni quaternarie. C'� quindi la possibilit� che creature appartenute al passato del nostro piantea, estinte ormai dappertutto, possano essere sopravvissute nelle intricatissime foreste che ricoprono il continente nero.
Non sono rari racconti da parte dei primi esploratori delle foreste di incontri con strane creature, alcune terribili e temute, altre pacifiche e schive.
Una di queste sembra essere il cosiddeto mokele mbembe, descritto dallo zoologo James Powell durante un soggiorno in Gabon. Mentre compiva infatti le sue ricerche sui coccodrilli, raccolse molte testimonianze dell'esistenza di un misterioso animale, adorato dagli indigeni locali, detto N'yamala. Incuriosito, Powell riusc� a parlare direttamente con lo stregone di un villaggio sul fiume Ogov� e, dopo avergli mostrato una serie di immagini di animali, gli fece vedere il disegno di un diplodoco. "N'yamala", fu la risposta che lo stregone pronunci� immediatamente con estrema naturalezza. Powell scopr� che si trattava di una creatura molto rara che viveva nei laghi pi� nascosti ed inaccessibili e che solamente i cacciatori pi� valorosi erano riusciti a vedere. Il suo cibo preferito era il "cioccolato della giungla", una pianta che cresce sulle rive dei laghi e dei fiumi e che produce grossi frutti simili a noci. Un altro nome con il quale il N'yamala veniva indicato in altre zone era Mok�le-Mbembe ("colui che ostacola il flusso dei fiumi").
Questa strana creatura sembrerebbe abitare le paludi di un'immenso territoriochiamato Likouala, una vasta foresta paludosa di circa 130.000 kmq a 800 km da Brazzaville, capitale del Congo.

La zona con il maggior numero di avvistamenti

Uno dei primi occidentali a sentirne parlare fu un missionario francese, Lievain Bonaventure Poyart nel 1776 "so di un animale che deve essere mostruoso e le cui improte misurano 3 piedi..."
Nel 1913, in un manoscritto del capitano Freiher von Stein, il mokele viene descritto come un animale dal colore grigio-brunastro e dalla pelle levigata di dimensioni dimensioni simili a quelle di un grosso ippopotamo. Il suo unico alimento � rappresentato da grossi frutti simili a mele.

Dimensioni di un diplodoco

Numerosi zoologi americani hanno organizzato delle spedizioni nella zona del lago Tele alla sua ricerca. In una delle prime esplorazioni documentate, nel 1909 ad opera del naturalista Carl Hagenbeck, del tedesco Hans Schomburgh e di un cacciatore inglese, vennero raccolte una seire di testimonianze sull'esistenza di un "grande mostro, met� elefante e met� drago" che viveva nelle paludi del Congo. Purtroppo la spedizione fu costretta molto presto ad abbandonare il posto a causa dei fortissimi disagi e, soprattutto, dell'ostilit� delle popolazioni locali.
Nel 1913 fu la volta della sopra menzionata spedizione tedesca guidata dal comandante Freiherr von Stein zu Lausnitz, inviato dal governo tedesco in Cameroon. Nel suo manoscritto Von Stein riport� la notizia di un animale chiamato nel dialetto locale mokele-mbembe che abitava le aree vicino ai fiumi Ubangi, Sangha, e Ikelemba. Questa fu la sua descrizione dell'animale:
"E' di colore grigio-marrone con una pelle liscia ed � grande quasi quanto un elefante o, perlomeno, un ippopotamo. Si dice che abbia un collo lungo ed estremamente flessibile ed un solo dente, ma molto lungo. Alcuni dicono che sia un corno. Molti testimoni parlano di una lunga coda muscolosa simile a quella dei coccodrilli. Sembra che si avvicini alle rive durante il giorno in cerca di cibo e la sua dieta � completamente vegetale. Le canoe che cercano di avvicinarlo vengono spesso attaccate ma la creatura non si nutre dei corpi delle vittime ma solamente di vegetali. La sua dieta preferita � costituita da una specie di liana con grossi fiori bianchi, una linfa simile al latte e frutti come mele che gli indigeni chiamano Malabo. Sulle rive del fiume Ssombo vidi io stesso una pista lasciata da questo animale alla ricerca di cibo. Le impronte erano ancora fresche e trovai anche resti di una strana pianta simile ad una liana."
Nel 1920 la Smithsonian Institution organizz� una spedizione in africa. Dopo sei giorni le guide africane trovarono grosse impronte lungo la sponda di un fiume e udirono misteriosi "ruggiti, diversi da quelli di qualsiasi animale conosciuto" provenienti da una vicina zona paludosa, ancora in gran parte inesplorata. Purtroppo, durante un viaggio in treno attraverso una zona alluvionata dove un'intera trib� disse di aver visto l'animale, la locomotiva deragli� improvvisamente, capovolgendosi. Quattro membri della spedizione perirono ed una mezza dozzina rimasero gravemente feriti.
Nel 1932 il criptozoologo americano Ivan Sanderson trov� grosse impronte simili a quelle degli ippopotami in una zona dove, per�, questi pachidermi non vivevano. I nativi gli dissero che quelle orme appartenevano al "mgbulu-eM'bembe". Successivamente Sanderson vide qualcosa nell'acqua che sembrava pi� grande di un ippopotamo, ma che scomparve prima che potesse verificare meglio.

Una delle orme attribuite al mokele mbembe

Nel 1980 vi furono due spedizioni, una americana e un'altra tedesca. Quella americana fu organizzata dall'ingegnere Herman Regusters e sua moglie Kia che si diressero al lago Tele. Essi udirono suoni emessi da una qualche creatura che per� non riconobbero e fotografarono il mostro nel lago dopo averlo visto spostarsi a terra attraverso i cespugli. Regusters disse che la creatura sembrava lunga 9-10 metri. La fotografia comunque, non � chiara e non riesce a dimostrare nulla.



La spedizione tedesca fu guidata da Powell assieme al criptozoologo Roy P.Mackal ,professore dell'universit� di Chicago. Essi ottennero un grande numero di testimonianze nei pressi del fiume Likouala, vicino al lago Tele. La spedizione non riusc� a trovare il Mok�le-Mbembe, ma raccolse numerosi indizi (impronte, solchi e passaggi nella vegetazione non facilmente attribuibili ad animali di specie nota) e testimonianze. La maggior parte dei testimoni affermarono che l'animale misurava 5-9 metri, aveva un lungo collo ed era di color ruggine con una sorta di cresta. Esso raccoglieva i grossi frutti presenti lungo le sponde grazie al lungo collo, senza uscire dall'acqua. Un anziano di nome Firman Mosomole raccont� che, 45 anni prima, avvist� dalla sua canoa una creatura simile ad un serpente, identificandola in un dinosauro sauropode. Mambombo Daniel, un insegnante locale di scuola superiore, disse di aver avuto un incontro con l'animale, a soli 9 metri di distanza da lui, descrivendolo di colore grigio, con uno spesso collo ed il corpo separato. Uno dei racconti pi� incredibili fu quello di un pescatore che si imbatt� nella creatura nel 1915. In quello stesso periodo un Mok�le-Mbembe sarebbe stato ucciso dai pigmei mentre cercava di entrare nel lago Tele. Questi infatti, irritati dalla presenza di alcuni Mok�le-Mbembe che compromettevano la pesca, avevano barricato con dei pali l'ingresso del lago. Due esemplari tentarono di oltrepassare la barriera eretta ed una di esse venne quindi uccisa. Tutti coloro che ne mangiarono le carni morirono avvelenati in breve tempo.



L'anno successivo, nel 1981, vi fu un'altra ispezione composta da Mackal, J. Richard Greenwell, Justin Wilkinson, e lo zoologo congolese Marcellin Agnagna del Brazeville Zoo. La spedizione lungo il fiume Likouala sent� di un grande animale avvistato nelle acque presso Epena e trov� anche una pista di rami spezzati ed una serie di impronte. Lo stesso Marcellin Agnagna, due anni pi� tardi, ritorn� al lago Tele e rifer� di avere visto personalmente la strana creatura nei pressi del lago.Avendo visto qualcosa che si muoveva nell'acqua a circa 300 metri di distanza, cerc� di avvicinarsi, penetrando nella palude per una sessantina di metri. Pot� distinguere la testa ed il collo dell'animale che valut� attorno al metro di lunghezza. La testa era rossastra, con occhi ovali ed un naso sottile ed era sollevata di circa 1 metro rispetto al pelo dell'acqua. La creatura si girava a destra e a sinistra come se si guardasse intorno. Il dorso era scuro e lucente sotto il sole ed era lungo circa 4 metri. Per 20 minuti la creatura si spost� nelle acque del lago ed il professore scatt� anche diverse foto, ma l'eccitazione del momento imped� allo zoologolo di accorgersi che l'obiettivo era chiuso. L'unica prova che abbiamo � una fotografia dove si vede soltanto una macchia scura.
Secondo Agnagna l'animale era un rettile, ma non era n� un coccodrillo, n� un pitone n�, tanto meno, una tartaruga acquatica.
Nel 1987 una spedizione giapponese riusc� a filmare il presunto Mokele-mbeme. La spedizione non era alla ricerca della strana creatura ma stava semplicemente realizzando un documentario sulle foreste africane. Mentre sorvolavano il lago Tele con un piccolo aereo da turismo, videro qualcosa che si muoveva nelle acque. Il cameraman mise a fuoco e inquadr� l'oggetto per circa 15 secondi finch� non si immerse. L'oggetto si sposatava abbastanza rapidamente lasciandosi dietro una scia a V. Si potevano anche scorgere un collo ed una testa ma, come molti filamti, le immagini non sono chiare e si potrebbero facilmente demolire tutte le ipotesi. Possono essere comunque sicuramente esclusi elefanti o coccodrilli. Molti dicono per� che si tratta solamente di una barca con due persone sopra, di cui una in piedi alla prua, come comune in Africa.



Nel 1992, William Gibbons ritent�, dopo sei anni da una prima spedizione, una spedizione in Africa accompagnato dall'esploratore americano Rory Nugent. Insieme esplorarono quasi due terzi dello sconosciuto fiume Bai ed esaminarono due piccoli laghi vicini al lago Tele: il lago Fouloukuo ed il lago Tibeke, assenti addirittura nella maggior parte delle cartine geografiche. Essi riuscirono a scattare anche due interessanti fotografie di qualcosa di strano nel lago Tele ed una di esse potrebbe davvero mostrare la testa di un Mokele Mbembe.



Molte voci sul Mokele-mbembe potrebbero semplicemente essere leggende o superstizioni ma la sua esistenza � narrata da tutte le trib� africane che vivono nelle foreste inesplorate del continente nero. Questo sicuramente fa riflettere. Collo e coda lunga, corpo ben distinto e abbastanza grande, quattro zampe corte e tozze come viene descritto nella quasi totalit� degli avvistameni, fanno pensare ad un sauropode che potrebbe essere opravvissuto lontano da occhi e orecchie indiscrete fino ai tempi nostri. A favore di questa ipotesi c'� il fatto che, come accennato all'inizio di questo articolo, l'Africa � cambiata relativamente poco, sia climaticamente che topograficamente, dal tempo in cui le "terribili lucertole" dominavano la Terra. Per verificare la teoria del dinosauro ai pigmei sono state mostrate pi� volte una serie di immagini di animali che vivono nelle foreste: essi riconobbero immediatamente le figure rappresentanti leopardi, ippopotami, elefanti (chiamati "Doli") e gorilla chiamati "Ebobo"). Non appena vedevano una figura del sauropode, rispondevano immediatamente "Mokele-mbembe!".
In alcuni rapporti si attribuisce al Mokele-mbembe un corno e ci� farebbe pensare ad avvistamenti di semplici rinoceronti. Esso attaccherebbe le barche ma non si nutrirebbe dei corpi delle vittime. Ci� riconduce ad un atteggiamento aggressivo, indotto dal desiderio di difendere il proprio territorio. Altri esperti dicono che i presunti avvistamenti del Mokele-mbembe siano in realt� degli avvistamenti di elefanti che nuotano nel lago. Essi infatti, per nuotare in acque molto profonde, tengono la proboscide sollevata per poter respirare e sarebbe facile scambiare la stessa per il collo di una strana creatura.Un cacciatore africano Nicholas Mondongo ricorda una sua avventura in Congo:
"All'improvviso le acque si agitarono ed emerse un animale enorme, con collo lungo e sottile e la testa ben definita, con un corpo grosso ed elefantino, sorretto da 4 zampe tozze e terminante con una coda muscolosa e lunga. I pigmei sulla barca cominciarono a urlare "Mokele-mbembe!".
Nel 2007 � prevista un'altra spedizione...